È in sala Wonka, il nuovo film di Paul King. L'adattamento da Roald Dahl si muove questa volta libero dalla fonte originale. Non sempre è vincente, ma quando è al suo meglio conquista come un buon cioccolato.
Di Gabriele Lingiardi
Il terzo Willy Wonka cinematografico, quello di Timothée Chalamet, è il più favorevole ai bambini e alle famiglie. Un prequel, ma anche un tentativo di rilancio del personaggio nato dalla fantasia di Roald Dahl e portato sul grande schermo da Gene Wilder e Johnny Depp, che prova a fare le cose in modo un pò diverso. Le precedenti due versioni erano quasi da antagonista. Erano inquietanti e graffianti, oltre che fuori di testa. Il protagonista di Wonka è invece un sognatore un po’ eccentrico che desidera fare il mago e produrre cioccolato. Le due cose vanno insieme in una storia piena di elementi fantastici, leggermente grotteschi, che danno tridimensionalità a un mondo coloratissimo.
Paul King, reduce dalla regia dei due bei film sull’orsetto Paddington, inserisce elementi musicali in una trama non sempre compatta. Ci sono tante idee brillanti però, messe qua e là lungo il film. Tutto ciò che riguarda i propri desideri, i sogni da inseguire anche a costo di sembrare folli, è la parte più interessante. Spesso questi sono visualizzati in vari modi creativi, il migliore è un bozzetto fatto a “mano” che si sovrappone alle immagini reali prefigurando quello che sarà il futuro della Fabbrica di Cioccolato. Se la vista è appagata e l’udito anche, meno forte è il senso del gusto. A sorpresa il cioccolato non sembra quasi mai reale e nemmeno gustoso. Assomiglia più a uno strumento quasi magico che può far volare le persone e ipnotizzarle.
C’è un accenno (già presente nei precedenti adattamenti) al tema delle dipendenze che rende il mangiare i dolci un’azione quasi da cattivi. I buoni invece li gustano con calma, nei sapori cercano i ricordi dei propri cari. Una madeleine di cacao che può risolvere anche il più intricato degli inghippi mettendo d’accordo le persone. In America hanno capito quello che il cinema italiano ha spesso rappresentato (ultimo il bel Comandante). Ovvero che sedersi a tavola insieme, condividere un buon cibo, permette di costruire la fratellanza, sia durante le feste che nel tempo ordinario.
Temi: sogni, corruzione, magia, cioccolato, famiglia, identità, lavoro, crescita