Dal Lido alle nostre sale, è in uscita prossimamente il film di Maura Delpero in Concorso a Venezia 81 che ha conquistato pubblico e critica. Una storia familiare di un tempo perduto sulle Alpi, alla fine del Secondo conflitto mondiale. Una regia che convince e che fa ben sperare per il futuro dell'autrice, accompagnata da una grande interpretazione di Tommaso Ragno.
Di Gabriele Lingiardi
Ancora pochi giorni e la stagione cinematografica riprenderà ritrovando la sua piena forza. Dopo una pausa estiva caratterizzata soprattutto da film di intrattenimento (che ha visto anche il successo globale di Inside Out 2, diventato il film d’animazione di maggiore incasso di sempre) sta per tornare anche il grande cinema d’autore.
Consigliamo questa settimana quindi di preparare le agende e di segnarsi un film da vedere nei primi giorni di uscita. Si intitola Vermiglio, è parlato in dialetto trentino, ha solo tre attori professionisti, è diretto da Maura Delpero una regista poco conosciuta, ma tra le migliori in Italia, assomiglia tanto al cinema di Ermanno Olmi e ha vinto il Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia.
In uscita il 19 settembre Vermiglio segue la storia di un maestro, dei suoi figli e soprattutto delle sue tre figlie, una trama semplice ma significativa come un racconto di vita fatto dai nostri anziani. Senza buoni e cattivi, ma con tante sfumature, sa essere dolce e crudele al tempo stesso. Si parla di emancipazione, non solo femminile, ma umana.
Nel 1944 il piccolo paese di Vermiglio sente gli echi della guerra. Ci sono soldati arrivati dal fronte che cercano di ritrovare una normalità. Si prova a scrivere lettere d’amore: prima con un cuore, poi con qualche parola imparata, da adulti, a scuola. Tommaso Ragno, in una delle sue interpretazioni più mature, incarna un maestro severo, ma con una visione chiara. Fa sacrifici per acquistare dei vinili di musica che non sono pane per lo stomaco, dice, ma sono pane per l’anima. Insegna alle figlie e al paese tutto a non guardare solo all’utile. Il senso dello studio è lo sviluppo di una curiosità che porta al miglioramento di se stessi, all’apertura al mondo, oltre i semplici bisogni pratici (mangiare, bere, avere un paio di stracci da indossare). Così quando si trova a chiedersi quale delle tre figlie potrà andare avanti nel percorso scolastico, date le ristrettezze economiche, il dramma del film esplode in tutta la sua autenticità.
È un cinema vero, quello di Maura Delpero che dipinge tre splendidi personaggi femminili, ma soprattutto inquadra in splendidi paesaggi e nei volti azzeccati del cast un desiderio: quella che l’Italia del dopoguerra ha cercato in ogni modo di realizzare. Questo sogno di sviluppo umano e di progresso, filmato alle sue origini, mostra bene come oggi rischiamo di tradirlo.
Temi: Italia, donne, giovinezza, scuola, studio, progresso, guerra