Un tuffo nel passato, un omaggio all’universo femminile

di Gianluca BERNARDINI

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«L’America per gli affari, la Francia per l’amore»: potrebbe essere questo uno dei leit motiv del primo lungometraggio di Régis Roinsard «Tutti pazzi per Rose» («Populaire», il titolo originale), presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Roma e uscito in questi giorni nelle sale. Un film ambientato a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, dal sapore «zuccherino» e dalle tinte pastello (una ricostruzione fotografica eccezionale, grazie anche all’opera dell’illustratore delle copertine dei dischi del tempo Alex Steinwess). Una vera commedia di altri tempi, ambientata in Francia tra la Normandia e Parigi, tra la vita semplice del villaggio e quella più «moderna» della città, dove giunge Rose Pamhiyle (Déborah François, già vista in «L’Enfant – Una storia d’amore») con il sogno di fare la segretaria («essere segretaria è moderno»), piuttosto che lavorare nel negozio del padre ed essere promessa sposa al meccanico del paese che nemmeno le piace. Grazie a Lois Echard (Romain Duris), aitante e pimpante assicuratore, ex atleta dal piglio sempre sportivo, la giovane aspirante viene assunta nel suo ufficio non per le sue capacità organizzative o per la sua avvenente bellezza, ma per «la velocità» con cui essa stessa batte i tasti della macchina da scrivere. Proprio questa qualità porterà i due a coltivare non tanto un rapporto professionale, quanto piuttosto quello tra un vero coach e la sua allieva, pronta a tutto pur di compiacere il proprio mentore (e non solo), fino ad arrivare a partecipare prima alle gare provinciali, poi nazionali e infine internazionali di dattilografia. Il tutto, evidentemente, condito dallo sbocciare dell’amore sulle note del «cha cha cha della segretaria». Un film semplice, e forse scontato nel suo genere, con rimandi, nemmeno troppo velati, al cinema e ai classici francesi che fanno di «Tutti pazzi per Rose» un film del tutto piacevole. Si esce dal cinema col sorriso sulle labbra, con l’idea che la determinazione e l’impegno possono permettere un riscatto sociale e che, per le donne, trovare «l’uomo ideale» che ti consideri uguale a lui non è poi del tutto impossibile. Tutto questo grazie ad una macchina da scrivere o semplicemente ad una donna? Un vero omaggio agli anni d’oro del boom economico e soprattutto all’universo femminile.