di Gianluca BERNARDINI
Se c’è un cinema abitato da creature mostruose e tanta fantasia questo è quello di Guillermo Del Toro («Labirinto di Pan», «Cronos», «La spina del diavolo», «Hellboy»…). Se vogliamo trovare una bella favola d’amore, così ricca di metafore, andiamo a vedere l’ultimo film del regista messicano: «La forma dell’acqua – The shape of water». Vincitore del Leone d’oro all’ultimo festival di Venezia come miglior film e premio miglior regia agli ultimi Golden Globes, il film, ambientato agli inizi degli anni Sessanta ai tempi della «guerra fredda», narra dell’innamoramento – tra la dolce e muta donna delle pulizie, Elisa (Sally Hawkins) e la creatura anfibia, sotto osservazione – scattato nel segretissimo laboratorio governativo di massima sicurezza capitanato dall’ambizioso Richard Strickland (Michael Shannon II). Tra i due, senza proferire voce, nasce una forte intesa che solo la gestualità affettuosa, gli sguardi compiaciuti e la musica suadente riescono a restituire allo spettatore. Poiché, come afferma Del Toro, «una cosa dell’amore è che è così incredibilmente potente, che non richiede parole». Non c’è dunque timore per la diversità e l’impossibile qui, ma solo lotta, là dove si vuole interrompere il sogno e i desideri profondamente «umani». Oltre la paura, oltre la distinzione di razza (cfr. la coraggiosa collega di Elisa, Zelda), oltre la diversità, il film ci porta ad «immergerci» (metafora dell’acqua), almeno apparentemente, in un altro mondo che, in realtà, chiede solo la capacità di saper «nuotare», evitando tutti quegli ostacoli che vorrebbero impedire la declinazione della parola «amore» nelle sue molteplici e differenti «forme». Un viaggio poetico, interiore, visionario per liberare il pubblico e farlo essere, parafrasando il maestro cineasta, «quello che è», con «una storia, bella ed elegante, sulla speranza e la redenzione come antidoto al cinismo dei nostri tempi».
Temi: amore, fantasia, favola, innocenza, minaccia, paura, lotta, attualità, bellezza, mostruosità, speranza, redenzione.