di Gianluca BERNARDINI

sieranevada

Ci sono porte che si aprono e si chiudono, in continuazione, con molta gente che va e che viene. All’interno dell’abitato vi si trova una grande famiglia riunitasi attorno dall’anziana madre per commemorare il marito appena morto. Ci sono i figli, i nipoti, i pronipoti, la sorella, i vicini e pure la nonna comunista. Tutti dentro casa, dove si attende il prete prima della preghiera in modo da poter pranzare finalmente insieme rispettando le tradizioni. Quelle rumene, quelle della famiglia del dottor Lary, figlio del defunto, uno dei protagonisti del film di Cristi Puiu che mette in scena una sorta di «ritratto sociale» della Romania post Ceausescu, all’indomani della strage parigina di Charlie Hebdo. A metà tra «Parenti serpenti» di Monicelli, il film, in concorso l’anno scorso a Cannes, nasconde, infatti, quella spontaneità tipica di una certa filmografia italiana che gira attorno al tema della famiglia. Al centro vi sono i non detti, le bugie, i segreti (che qualcuno poi sempre conosce), così pure le ferite vere e proprie che non hanno lasciato ancora, purtroppo, le loro cicatrici. Puiu narra così di un nucleo piccolo borghese, e lo fa con uno sguardo sincero. Mentre il cellulare, come pure internet, sono diventati, ormai, padroni di casa, le dinamiche familiari restano sempre le stesse. Non mancano perciò l’amore, la gelosia, la rabbia, nonché l’odio per chi in qualche modo si è fatto «traditore» degli affetti e, forse in fondo, della «patria». Quella che ormai non c’è più, che ricorda un certo «Paese» lontano, dominato dalla dittatura, che mentre rendeva schiavi permetteva a tutti, poi, di «accontentarsi» del minimo necessario (se poi in fondo lo era…). Ricca di discussioni pseudo politiche, sociali, nonché religiose, la storia si dilunga per ben 173 minuti, ma, nonostante un tempo «importante», il regista ci porta con maestria dentro un universo complesso, fatto di verità come, in fondo, pure di finzione. La stessa che si mette in atto quando alla fine si vuole nascondere «qualcosa»: forse quella apparente e indifesa autenticità, di cui manca spesso il mondo occidentale.

Temi: Romania, famiglia, tradizioni, società, verità, menzogna, autenticità, finzione.