Arriva in sala il nuovo film di Woody Allen. Ecco alcuni spunti di riflessione su questa ironica e fresca pellicola.
Di Gianluca Bernardini
Nella vita è importante fare progetti. Avere pure ideali da perseguire. Lo sappiamo perché ciascuno di noi l’ha sperimentato fin dalla giovinezza. Ma a volte – ne abbiamo tutti coscienza – è la stessa esistenza a scombussolare i nostri piani con i suoi eventi imprevedibili. Basta un giorno di pioggia, per esempio, o eventi (s)fortunati, che pure un weekend romantico finisce «in acqua».
Come accade per Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning), i protagonisti dell’ultimo film scritto e diretto da Woody Allen, che con l’idea di trascorrere un fine settimana romantico nella città della «Grande mela» vedono «comicamente» andare in fumo il loro programma. L’occasione del viaggio di Gatsby e Ashleigh nasce da un compito che viene assegnato ad Ashleigh dal giornale del college: intervistare a Manhattan il suo regista preferito. Da orgoglioso newyorchese qual è, il giovane non vede l’ora di far conoscere alla sua «bella» i posti che preferisce della sua città, visto che lei, cresciuta in Arizona, non ci mette piede da quando era bambina.
Due poli opposti, lui determinato, lei fin troppo entusiasta e inesperta di come va il mondo (compreso quello cinematografico). Due esseri che vagano, in fondo, alla ricerca del loro posto nel mondo, nonché della loro identità che sorprendentemente l’esistenza (il tempo) con le sue occasioni saprà mettere loro innanzi.
«Un giorno di pioggia a New York» ha tutto il marchio e la freschezza che il cineasta americano sa mettere nei suoi film. Non mancano le battute, i tipici movimenti di macchina, lo sguardo nostalgico al passato, la critica, forse, alla società moderna. Ma è un Woody Allen un po’ meno cinico e, certamente, più romantico. Questa sua opera, in fondo «positiva», merita di essere vista, perché i sogni a volte prendono pieghe diverse, ma poi restano tali anche sullo schermo.
Temi: giovinezza, amore, sogno, vita, destino, provvidenza, identità, cinema, New York.