Piccolo Corpo è un film insolito, molto poetico e ben fotografato, con uno spunto di trama doloroso utile però per viaggiare in luoghi quasi fantasy che raccontano per immagini gli angoli oscuri dell'anima di una madre.
Di Gabriele Lingiardi
Con “Piccolo Corpo” la regista Laura Samani fa un film che sarebbe piaciuto a Ermanno Olmi. Prende infatti lo stesso sguardo sulle tradizioni e le usanze contadine (non a caso è parlato in un dialetto veneto molto stretto, che l’orecchio non esperto percepisce come una lingua straniera). Siamo agli inizi del 1900. Una donna partorisce una bambina nata morta.
Angosciata dall’idea di avere condannato la figlia a restare per l’eternità nel Limbo, esce dal suo villaggio e affronta un viaggio estremo portandosi appresso, in una scatola, il corpo esanime della piccola.Vuole raggiungere la Val Dolais, nel nord. Le hanno detto che lì c’è un santuario dove le donne come lei possono ricevere un miracolo: un solo respiro della bambina che potrà così avere un nome e il battesimo.
“Piccolo corpo” è un film quasi solo di donne, ma non di solidarietà femminile. In un mondo di solitudini esplora l’idea che la vita sia un fatto di identità. Avere un nome, e quindi essere riconosciuti, significa sperimentare la grazia dell’esistere e la luce di Dio. La fede cristiana al negativo della popolazione senza cultura, fatta di precetti di morte e dannazione, mai di perdono, accoglienza e vita, offre uno sguardo critico importante sull’oggi. Quando la spiritualità diventa credenza e superstizione si perde il valore della persona.
Con che solitudine la donna protagonista affronta il suo dolore in un mondo, quasi fantasy, che per preservare la propria purezza si allontana da lei! L’unica generosità le verrà offerta da un altro personaggio reietto. Mentre camminano insieme, negli splendidi paesaggi, sembra di assistere a un proseguimento moderno della Divina Commedia. Traghettatori – Caronte, piccoli villaggi come cornici del Purgatorio in un film dal tempo sospeso dove riesce a viaggiare solo chi è predisposto a fare una “staffetta” con amore; a condividere un peso, a portare la stessa croce.
Temi: maternità, viaggio, credenze, fede, solidarietà, dilemmi teologici, vita, morte, coraggio