di Gianluca BERNARDINI

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Leggero, stroncatissimo dalla critica, l’ultimo film di Luca Miniero (diventato famoso con «Benvenuti al Sud» e poi con tanto di sequel «al Nord»), a ridosso delle feste, non ha avuto una «felice» uscita. Anzi. Tuttavia dietro «Non c’è più religione» si nascondono temi più che mai attuali. Sull’isola di Porto Buio, come ogni anno, si deve allestire il presepe vivente, vera attrazione turistica del luogo. Purtroppo il calo delle nascite (tema ispirante e assai reale) non permette di avere un cambio generazionale del «Bambinello». L’ultima comparsa, oramai, è cresciuta non solo d’età, ma anche di peso. Come fare? Ci pensa il sindaco Cecco (Claudio Bisio), milanese d’adozione, tornato anni fa sull’isola per dare una mano ai suoi compaesani (e a se stesso). Così cerca tra gli immigrati musulmani, gli unici ad avere numerosa prole, il protagonista della Sacra Famiglia. Nonostante le proteste di suor Marta (Angela Finocchiaro), amica d’infanzia, Cecco convincerà Marchetto (Alessandro Gassmann), detto Bilal, di vecchia conoscenza, convertitosi all’islam per amore, a «prestare» loro un bimbo. Tra numerose gags, equivoci e frecciatine tra i tre amici, il film mette in scena una vera e propria commedia, senza mai approfondire gli aspetti toccati, come il calo demografico, la religione, l’immigrazione, l’integrazione, la convivenza sociale. Se da una parte, dunque, pare piuttosto «banale», dobbiamo ammettere che il tutto non è poi così scontato. Non c’è niente di artisticamente cinematografico, vero (a parte la bellezza della location magnificamente fotografata), tuttavia sotto le frivole battute (una vera «chicca» è l’arrivo del vescovo, nei panni di Roberto Herlitzka) si nasconde quella realtà, volenti o no, con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Quella stessa realtà che interpella la nostra coscienza non solo sul senso religioso, comune a tutti gli uomini di ogni tempo e razza, ma, pure, su quello civile che ci pone numerose domande. In tempi odierni ci sembra valido, perciò, quanto il regista ha affermato: «Il mio intento al cinema è far ridere con il quotidiano e con “Non c’è più religione” abbiamo avuto l’ambizione di ridere del tema religioso in un momento in cui sulla religione c’è poco da ridere». Di questo dobbiamo, almeno, rendere merito.

Temi: calo demografico, religione, presepe, immigrazione, integrazione, cultura.