Spunti e riflessioni per parlare con un film. Questa settimana Gianluca Bernardini consiglia L'uomo che comprò la luna, diretto da Paolo Zucca,
di Gianluca Bernardini
«La Sardegna non si tocca». Già, nemmeno quando qualche abitante dell’isola, si dice, sia diventato proprietario della luna. Perché l’isola ha una storia fatta di poeti, naviganti ed eroi, nonché tradizioni, cultura e costumi che penetrano nel «dna» del sardo, anche quando in qualche modo vuole disconoscere le proprie origini.
Come il caso del soldato Gavino Zuccheddu (Jacopo Cullin), in arte Kevin Pirelli, che, nonostante il falso nome, l’accento milanese e il capello biondo tinto, non può nascondere la sua vera identità quando viene arruolato da due agenti segreti (Stefano Fresi e Francesco Pannofino), della fantomatica Agenzia della sicurezza atlantica, per scoprire chi degli isolani si sia impossessato del «bel satellite» del pianeta Terra.
Il percorso di addestramento e riappropriazione di sé (davvero divertente), per opera di un formatore culturale sui generis (Benito Urgu), e il viaggio nella stessa terra sarda farà sì che per il nostro protagonista nulla sarà più come prima. Paolo Zucca (che ricordiamo per «L’arbitro») porta in scena una commedia d’autore, scritta con Gepi Cucciari e Lucia Alberti, surreale e poetica.
Dove tutto l’amore per il luogo natio e la sua storia fa de «L’uomo che comprò la luna» un film davvero interessante, nonostante «l’assurdità» della trama. Se da una parte i sardi, forse, si riconosceranno nei loro vizi e virtù (la lealtà, la permalosità e una certa superiorità), dall’altra il pubblico non potrà non apprezzare l’originalità del racconto (costruito sulla struttura de Il viaggio dell’eroe di Chris Vogler), tinto di fantasia e tonalità piuttosto oniriche. Un bel modo per descrivere il proprio «paese»: facendo sorridere dei difetti, senza però nascondere l’orgoglio delle proprie radici. Per una piacevole e rilassata visione.
Temi: Sardegna, origini, tradizioni, costumi, cultura, paese, radici, antenati.