di Gianluca BERNARDINI
Capitano nella vita degli «incidenti» di percorso che uno, purtroppo, non può prevedere. Jenny (Adele Haenel) è un giovane medico, molto dedita al suo lavoro. Una sera mentre si trova in ambulatorio con uno studente di medicina che lì fa pratica, quando suona il campanello, un’ora dopo la chiusura, decide di non aprire. L’indomani, dopo aver acquisito la registrazione delle telecamere, la polizia la interrogherà su una donna di colore trovata morta sul ciglio del fiume. A suonare al citofono quella sera era stata proprio la vittima. A Jenny crolla il mondo addosso. Chi era? Perché era corsa proprio da lei? Ma soprattutto: perché non aveva aperto, proprio lei, mentre incoraggiava
lo stesso studente ad essere un serio «professionista»? Inizia da questo dramma l’ultimo film dei fratelli Dardenne, passato (senza troppi entusiasmi) in concorso al Festival di Cannes. Un’opera ancora una volta capace di indagare la coscienza, quella con cui ognuno di noi si trova a che fare ogni giorno, con i propri rimorsi che colpiscono (ahimè!) anche i migliori. La risposta di Jenny all’accaduto, tuttavia, diventa esemplare: occorre sapere chi sia, per non perderne la memoria, per donarle almeno una degna sepoltura e renderle giustizia. Non importa se ormai la ragazza sia morta, perché finché «ci resta in mente è ancora viva», afferma la dottoressa. Non è un’ossessione, più che altro è un gesto di responsabilità di fronte ad ogni essere umano. Un’opera intensa che, ancora una volta, i fratelli belgi, dopo lo splendido «Due giorni, una notte», mettono in scena dando qui un tocco di «giallo» all’intera vicenda. Primi piani e camera addosso ai protagonisti non mancano mai nel loro cinema così empatico. Non v’è, però, una denuncia, piuttosto «un modo per rispondere al mondo di oggi in cui nessuno si vuole attribuire la responsabilità di nulla», come dicono i registi, visto che «sembriamo essere tutti vittime delle condizioni o delle azioni degli altri, invece che assumerci il peso delle nostre decisioni». Perfetto per un cineforum, ma non solo.
Temi: responsabilità, coscienza, memoria, omicidio, senso di colpa, onestà, professione, verità.