di Gianluca BERNARDINI
Che san Francesco (ben interpretato da Elio Germano) abbia fatto un sogno è storia risaputa. E che da quel sogno sia partito per ricostruire la Chiesa attraverso la sua scelta di vita è materia nota, ma che quel sogno forse in qualche modo sia stato annacquato non lo si è mai tanto conosciuto, o, per lo meno, visto così ben in scena, nonostante una lunga filmografia sulla sua figura. Parte da questo aspetto «Il sogno di Francesco», diviso in 5 quadri (più di stile che funzionali al racconto) e diretto dai francesi Renaud Fely e Arnaud Louvet che hanno scelto il punto di vista di frate Elia da Cortona (Jérémie Renier, musa dei fratelli Dardenne), compagno di viaggio dagli inizi del «poverello» di Assisi e vero protagonista di questa storia. Attraverso la sua mediazione con il cardinale Ugolino (futuro papa Gregorio IX) Innocenzo III arriverà ad approvare la Regola dei frati minori. Edulcorata, ritoccata rispetto alla prima, frutto di un compromesso. Lo stesso che metterà in crisi frate Elia per aver «tradito», in qualche modo, la volontà del maestro. Emerge un san Francesco inedito da un racconto romanzato, ma anche politico allo stesso tempo. Un film con un punto di vista «altro», che diventa talvolta nostro quando guardiamo alla Chiesa di oggi e ci domandiamo se essa sia ancora portatrice del sogno del «frate» di Assisi. Il sogno di Francesco è pure una provocazione per tutti, sapendo bene che dipende anche da noi se crediamo, come ci ricordano gli stessi registi citando Georges Duby, che «la traccia di un sogno non è meno reale di quella di un passo».
Temi: san Francesco, vocazione, Regola, Chiesa, amicizia, fraternità, tradimento, sogno.