Riscorpriamo il film Contromano, di e con Antonio Albanese. Commedia brillante all'italiana, grande successo nel 2018, capace di coniugare emozioni, divertimento con leggerezza e significato.
«Contromano» è la direzione in cui viaggia Mario, il personaggio interpretato da Antonio Albanese, ma è anche un invito ad essere anticonformisti nel rapporto, spesso difficile, con chi consideriamo straniero. «Contromano» è anche il titolo di una piacevole commedia del 2018 che vi consigliamo di rivedere. Mario è una persona comune. Single da una vita, milanese, grande lavoratore. Non ha molti conoscenti e non sopporta che lo si chiami «amico». Ama la sua terra e il «made in Italy». Per questo motivo rifiuta categoricamente l’idea che i bar vengano venduti agli egiziani o che gli immigrati sempre più arrivino ad «invadere» il suo territorio. Figuriamoci poi se uno di essi, il senegalese Oba, si mette a vendere calzini «filo di Svezia» davanti al suo storico negozio. Con slancio da provvido «giustiziere fai-da-te», Mario decide di riportare al proprio Paese «l’invasore». È convinto che se tutti facessero come lui «le cose potrebbero andare meglio» in Italia». Parte da qui uno strampalata odissea in auto verso l’Africa con Oba e la sua presunta sorella Dalida. E, come tutti i viaggi cinematografici che si rispettino, i personaggi non arriveranno a destinazione con lo stesso carattere che avevano in partenza.
«Contromano» è un film pulito sull’amicizia e sul cambiare la propria idea. Albanese non costruisce le gag sullo scontro tra culture (sarebbe stato banale per il fine commediante che è), ma nella frizione tra caratteri diversissimi. Il burbero Mario sottolinea con modi bruschi tutto ciò che lo infastidisce, Oba fatica a rassicurare le paure del suo «compagno di viaggio». Tuttavia, mentre si ride degli stereotipi di entrambi i protagonisti, qualche domanda nasce sui pregiudizi che ancora oggi fanno fatica a cadere. Poiché ciò che è «diverso» fa ancora, purtroppo, molta paura. Il film con semplicità legge il nostro presente senza moralismi di sorta, ma cercando un significato in ciò che viviamo.
Il cinema è l’arte del sogno, che permette di vedere con una lente di ingrandimento a volte reale, a volte, come in questo caso, deformante. È bello allora ricordare una delle frasi più significative del film: «Il mondo è troppo piccolo per non viverlo tutto e tutti. Forse è un sogno. Ma fare sogni internazionali è la cosa migliore che ci possa capitare».
Di Gianluca Bernardini e
Gabriele Lingiardi