L’Italia che cambia nei primi anni ’90 e si avvia verso la seconda repubblica, è un po’ come un gruppo di bambini che in quel periodo si appresta a diventare adolescente con tutti i turbamenti che ne conseguono, anche quelli ideologici.
Di Gabriele Lingiardi
È questa l’arguta premessa de I Pionieri, deliziosa commedia diretta da Luca Scivoletto e tratta dal suo stesso romanzo. Enrico (come Berlinguer) è un tredicenne cresciuto in una famiglia di militanti del Partito Comunista. Dal padre ha preso la passione e la rigida condotta morale.
La sua voglia di battagliare si applica però a idee che sono state instillate e non tanto digerite. Poco più che bambino ha bisogno così di crearsi nemici (e alleati) invisibili. Per evitare un’estate trascorsa ad accompagnare il padre in visita alle sezioni, Enrico fugge con il suo amico Renato. Senza un piano, vanno nei boschi sperando di poter sopravvivere grazie all’esperienza degli scout comunisti, che intendono riportare in vita: i pionieri, appunto.
Alle rocambolesche avventure del gruppo si unisce anche Vittorio Romano, violento, di famiglia fascista, e Margherita una loro coetanea che si è allontanata dalla base militare americana. Alcune ingenuità, normali per un’opera prima, che impediscono al film di graffiare sono però funzionali a ottenere 86 minuti di leggerezza e ironia solare. Importantissimo è il fantasma di Berlinguer che appare talvolta come contrappunto morale alle peripezie degli scout. La sua presenza-guida, il suo dialogo perenne, permette ai protagonisti di sentirsi al centro di importanti mutamenti storici, come se ogni azione decidesse le sorti politiche e sociali di una nazione.
I Pionieri è così fuori dal (nostro) tempo proprio perché il suo soggetto è una mentalità partitica, a servizio delle idee, molto distante da quella odierna. Ci si sente estranei rispetto ai grandi ideali. Chi vuole cambiare le cose tra i giovani raramente pensa di poterlo fare con le istituzioni (semmai il desiderio è di farlo contro queste ultime). Così i quattro amici si sentono parte del loro tempo, mentre oggi si concede alle nuove generazioni solo lo spazio per concentrarsi sul proprio destino individuale e di posizionarsi quindi, spontaneamente ma controvoglia, ai margini della storia collettiva.
Temi: giovinezza, ideali, politica, Italia, cambiamento, adolescenza, amore, scoutismo