Parliamone con un film, a cura di Gianluca Bernardini. Al centro delle riflessioni di oggi: I Fratelli Sisters, di Jacques Audiard.
Di Gianluca Bernardini
Ci sono legami di sangue che sanno andare oltre il destino.
Sono quelli che ti legano per tutta la vita e che non vengono meno nonostante tutte le difficoltà e peripezie inimmaginabili. Legami forti come quelli tra Eli (John C. Reilly) e Charlie (Joaquin Phoenix), i fratelli Sisters, che a servizio del «padrino» locale, in Oregon, devono mettersi sulle tracce del cercatore d’oro Herman Warm (Riz Ahmed), fuggito in California e inseguito, a sua volta, dall’investigatore John Morris (Jake Gyllenhaal) che si ritroverà ben presto, per affinità elettive, affascinato dallo spirito di intraprendenza, nonché dall’ingegnosità dello stesso Warm. Ambientato a metà dell’Ottocento, il film, diretto dal noto cineasta francese Jacques Audiard e presentato in concorso, con largo consenso di pubblico e critica, all’ultimo Festival di Venezia («leone» vinto per la miglior regia), è un adattamento del famoso romanzo americano di Patrick Dewitt The Sisters Brothers.
Un vero e proprio western, tuttavia non classico, che punta molto sull’umanità e sull’ironia dei protagonisti, tanto da rendere simpatici non solo «i fratelli», ma tutti i personaggi della storia. Audiard, pur restando fedele al genere, ci porta così lontano dai soliti cliché, capace com’è nelle sue opere (ricordiamo «Tutti i battiti del mio cuore», «Il profeta», «Un sapore di ruggine e ossa») di mettere in risalto i sentimenti. Quelli che riescono, anche di fronte alle azioni più violente, ad emergere da cuori che, in fondo, restano teneri e sensibili (cfr. la scena di barba e capelli tra i fratelli). Un film riuscito con un cast d’eccezione, dove a discapito della sorte infame, tutti scopriranno molto di più di se stessi, della loro ricerca (non solo dell’oro) e in fondo della vita. Da vedere, non solo per gli amanti del western.
Temi: legami, fratellanza, ricerca, destino, lotta, viaggio, umanità, vita.