di Gianluca BERNARDINI
Ci sono incontri che accadono per caso, che a volte non portano a nulla e altre, invece, segnano la propria esistenza. Quello che avviene tra Mina (Alba Rohrwacher) e Jude (Adam Driver) ha anche del ridicolo (chiusi in un bagno di un ristorante cinese sono costretti ad entrare in relazione), ma dà pure l’avvio alla loro storia d’amore. Una bella coppia mista, lei italiana all’estero per lavoro lui americano doc, nella metropoli di New York costruiscono il loro nido in cui accogliere il loro bimbo, frutto della loro unione. Proprio l’avvento di quest’ultimo rivelerà a entrambi non solo le fragilità personali e del loro rapporto, ma anche quelle determinate dal ruolo di genitori che saranno presto chiamati ad assumere. Ispirato al romanzo «Il bambino indaco» di Marco Franzoso, Saverio Costanzo, che ricordiamo per «Private» (2004) nonché «In memoria di me» (2006) e «La solitudine dei numeri primi» (2010), «Hungry hearts» porta in scena un nuovo racconto di vita: vero, complesso e drammatico allo stesso tempo. Per un figlio oltre che curarlo, accudirlo e cercare di fare il meglio che si può, si darebbe pure la vita. Nessuno mette in dubbio ciò, ma ci sono affetti e relazioni sproporzionati che rasentano la malattia: qual è, infatti, il limite oggettivo dell’amore? Fino a che punto è giusto proteggere i nostri affetti, preservandoli da ciò che consideriamo i «mali del mondo»? Costanzo si destreggia bene tra teorie vegane, angosce e protezioni di ogni genere fino a farci toccare con mano, attraverso le immagini, i sentimenti dei protagonisti. Il male sta fuori, ma, lo sappiamo, può stare anche dentro di noi. Riconoscere proprio quest’ultimo non è facile, comporta una certa dose di sofferenza, soprattutto quando si ama. A volte mettendo in campo anche scelte estreme che possono ferire all’inverosinile. Presentato in concorso all’ultimo festival di Venezia, «Hungry hearts», ne siamo sicuri, farà discutere per l’attualità dei temi trattati (davvero à la page) e perché in fondo, forse, non ci si sente mai così tanto «vulnerabili» e indifesi come in questi tempi.
Temi: amore, coppia, genitorialità, figli, crisi, salute, fragilità.