Fine e nuovo inizio dentro la coscienza dell’uomo che vaga nell’universo

di Gianluca BERNARDINI

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«L’ansia non fa bene al cuore», dice il comandante Mat (George Clooney) alla dottoressa Ryan (Sandra Bullock) in orbita nello spazio per compiere l’ultima missione prima di ritornare sulla Terra. Ed è vero, soprattutto per lo spettatore che di fronte al nuovo film di Cuarón (lo ricordiamo per «I figli degli uomini») si pone, più che di fronte, «dentro» il grande schermo (il 3D qui è un must), immerso anch’egli nel cosmo insieme ai due protagonisti che fluttuano nel vuoto, dopo che un incidente spaziale sconvolge la loro «precaria» stabilità. Novanta minuti circa dove ci si sente realmente mancare la terra sotto i piedi, si respira paradossalmente il silenzio e si percepisce tutta la solitudine, nonché la paura e l’angoscia della fine prima che si paventi di fronte la possibilità di un’alba nuova. È tutto questo «Gravity», presentato fuori concorso all’ultimo festival di Venezia, ed anche molto di più. Con le sue domande sul senso profondo dell’esistenza e del mistero che ci circonda, esso è più che un thriller fantascientifico. Pieno di effetti speciali (notevoli), la messa in scena non tralascia di interrogare ciò che si deposita nel profondo di noi stessi (specialmente grazie alla Bullock che vediamo addirittura in una capsula in posizione fetale): attraverso quei quesiti senza risposta che sopiti accompagnano il nostro quieto vivere (da quando abbiamo coscienza di essere al mondo) o quei dolori che ci tengono ancorati saldamente al soffrire (come la morte di qualcuno che ci è caro) oppure quelle speranze che a fatica riusciamo a far emergere (la possibilità di un nuovo inizio o di rimettersi in gioco non è poi così spontanea). Per questo «Gravity» è un film profondamente religioso (la semiotica qui aiuterebbe molto), nel vero senso della parola, perché coinvolge interamente l’uomo: nella sua espressione di anima (spirito) e corpo. La visione per piacevole diletto può diventare perciò un’interessante esperienza catartica che sa scavare dentro la coscienza distratta dell’uomo che vaga nell’universo. La nostra, come quella di chi abbiamo accanto.
Temi: mistero, spazio, coscienza, speranza, riscatto, silenzio, lotta, vita, morte, rinascita.