di Gianluca BERNARDINI

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Xavier Dolan lo ami o lo detesti. Così l’ampio dibattito apertosi sul suo ultimo film che, uscito i giorni scorsi nelle sale, ha diviso pubblico e critica. Tratto da una pièce teatrale di Jean-Luc Lagarce al termine degli anni Novanta, «È solo la fine del mondo» narra la storia di Louis (Gaspard Ulliel), un giovane scrittore di successo che, «fuggito» da casa molto presto per realizzare i suoi sogni, decide di fare ritorno in famiglia, dopo lungo tempo, per comunicare loro la terribile notizia della sua malattia terminale. Un rientro tra le mura domestiche tutt’altro che facile, tra gli isterismi e le urla del fratello maggiore Antoine (Vincent Cassel), insieme alla sorella minore Suzanne (Léa Seydoux), in fondo mai conosciuta, nonché sua madre (Nathalie Baye) che forse non l’ha compreso e accettato fino in fondo. Un «figliol prodigo» che, sovrastato dalle voci dei suoi cari, non riesce e non può dire una parola, perché tutti gli «parlano sopra»: di loro stessi, dei loro desideri nonché dei loro drammi. Tutti tranne la cognata Catherine (Marion Cotillard) che, nella sua dolce insicurezza, è colei che riesce a comprendere questa triste «cerimonia degli addii». Un racconto dove «l’emozione» la fa da protagonista assoluta grazie alla maestria di Dolan e alla sua regia che, con primi piani e una colonna sonora ad hoc, riesce a far trasparire tutto quel «non detto» che arriva dritto al cuore. Ancora una volta l’arte del giovane cineasta canadese colpisce e mette a segno un’opera (non da meno di «Mommy») difficile da dimenticare. Se a qualcuno parrà di stare a teatro, troppo «chiuso» tra i muri di una stanza dove sembra non accadere quasi nulla, sappia, a detta dello stesso Dolan, che «non importa che si senta il teatro in un film. Che il teatro nutra il cinema… non è forse vero che teatro e cinema hanno bisogno uno dell’altro?». Un plus non da poco, merito di un cast notevole e perfettamente a fuoco. Gran premio della giuria all’ultimo Festival di Cannes e candidato all’Oscar, «È solo la fine del mondo» merita senz’altro la visione e l’attenzione di chi sa cosa sia «il cinema».

Temi: famiglia, malattia, relazioni, «non detto», emozione, memoria, addio, morte.