di Gianluca BERNARDINI
In cosa consiste la purezza? Nella castità di un corpo o nella intenzionalità delle persone? Sono domande scomode per questo tempo, forse, ed anche per Roberto De Paolis al suo primo lungometraggio, che con «Cuori puri» mette in scena una storia d’amore, di desideri e di paure. Agnese (Selene Caramazza) è una ragazza diciottenne che vive tra casa e chiesa alla periferia di Roma. Stefano (Simone Liberati) è, invece, un venticinquenne borderline che da un centro commerciale è passato a far la guardia in un parcheggio attiguo a un campo rom. I due hanno intenzioni serie per la loro vita. La prima sta per fare la «promessa di verginità» fino al matrimonio, il secondo non vuole perdere il lavoro, unica «via di uscita» dentro un contesto sociale e familiare piuttosto pericoloso nonché precario. L’incontro «casuale» tra i due genererà a poco a poco una passione tale che metterà a dura a prova i loro principi e le loro più intime intenzioni. Attorno ad essi un mondo che in diverso modo li provoca: i genitori, gli amici, gli «zingari» o il prete (bellissima rappresentazione). Gli altri e loro. Loro e gli altri, ma anche in un’ultima analisi «l’altro», diverso da sé, che può mettere addirittura in crisi con se stessi. De Paolis ci racconta così uno spaccato di vita reale, frutto di ricerche sul campo. Nel cuore di Tor Sapienza noi ritroviamo una storia che profuma di «freschezza», come il suo modo stesso di «girare». Non è quindi un cinema «stantio» o da copertina, piuttosto un racconto «naturale», aderente ai nostri giorni: quelli carichi di domande, timori, tensioni, scontri ma anche fatti di sorprese piuttosto «inaspettate»; come quelli «puri», del resto, di Agnese e Stefano che, misteriosamente, li coinvolgono nel loro desiderio, in fondo, di amare ed essere amati. Un’opera prima da cineforum e non solo.
Temi: giovani, amore, desideri, paure, diversità, l’altro, passione, promesse, castità, purezza, fede.