La città in cui si nasce, cresce, e si formano le amicizie e i primi amori d'infanzia non è solo un luogo, ma uno stato dell’anima. Di questo parla “Belfast”, il nuovo film di Kenneth Branagh dai tratti fortemente autobiografici.
Di Gabriele Lingiardi
Nell’estate del 1969 esplodono i “troubles” in Irlanda del Nord. La convivenza tra Cattolici e Protestanti, per anni tollerante e tollerata in città come Belfast e Derry, si interrompe. Il punto di vista è quello di Buddy, bambino di famiglia Protestante e alter-ego del regista. Sin dalla prima sequenza viviamo i disordini nei suoi occhi. La violenza arriva all’improvviso, è rumorosa, spaventosa e per lui incomprensibile.
Il film non racconta però la guerra, anzi la lascia spesso sullo sfondo. È più importante inquadrare gli occhi del suo protagonista, che guardano, assorbono, e creano un mondo nuovo come il cinema sa fare. Branagh rappresenta una famiglia complessa in cui emerge la calda presenza dei nonni (straordinari Judi Dench e Ciarán Hinds). Dal passato si guarda molto al futuro: con gli spettacoli cinematografici e teatrali tra le poche sequenze a colori in un film in bianco e nero ad indicare la crescita di Buddy nell’arte.
C’è però anche il dolore di partire e lasciare la propria casa. Per debiti, per il rifiuto della violenza, per paura, la famiglia decide di trasferirsi in Inghilterra e Buddy, tra le proteste e un’emozione che non capisce, si appresta a salutare la sua infanzia.
Nominato a sette Oscar, “Belfast” colpisce per la sua capacità di vedere il buono. Ci sono tante strade, quelle del “signore” (attenzione a prendere quella sbagliata, grida un Pastore dall’aspetto caricaturale), quelle in cui si gioca e si dà battaglia e quelle individuali. Il film è il sogno di un mondo plasmato dall’innocenza dei giovani, dove le differenze esistono solo per essere ricchezza. In un momento come questo, con l’Europa ferita che assiste alla fuga di civili innocenti dalle proprie case, “Belfast” è una visione che merita ampia riflessione.
Temi: pace, guerra, famiglia, religione, infanzia, crescita, città, cittadinanza, viaggio.