Al Cinema Teatro Rondinella, uno spettacolo profondo e toccante sulla figura di Simone Weil e sulla sua vita ascetica messo in scena magistralmente dal regista e attore argentino.

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Giovedì 7 aprile alle ore 21.15 presso la sala di viale Matteotti a Sesto S. Giovanni andrà in scena LA VOLONTA’  – di e con Cèsar Brie – all’interno della rassegna “La Grammatica della Affetti”.

Lo spettacolo è l’espressione del pensiero della francese Simone Weil che oggi ci interroga con una forza sconvolgente.
 Simone Weil (1909-1943) si occupò degli uomini, dei loro pensieri e delle loro azioni. Fu operaia, sindacalista, insegnante, scrittrice, storica, poetessa, drammaturga, combattente, filosofa, contadina. Morì di stenti, in esilio. Si occupava degli altri e dimenticava se stessa. «Una donna appoggiata contro un muro – dice nelle sue note il regista – Su quel muro, un uomo disegna un letto. La donna, in piedi e allo stesso tempo coricata nel suo letto, parla con Dio. In quel letto non più disegnato, ma fatto d’aria, si troveranno a galleggiare, sostenuti dalle loro anime e dalla forza della loro purissima amicizia, Simone e il poeta Joe Busquet, ferito alla schiena nella guerra e invalido per sempre. E in un altro letto, verticale ora, come la sua vigile attenzione, Simone sprofonda l’ultimo giorno della sua vita mentre descrive ai suoi cari il destino dei folli di Shakespeare, condannati come lei a dire la verità e non essere capiti da nessuno».

Secondo Krapp’s Last Post: “La volontà” è un lavoro fisico, una sorta di teatro visuale. Paradossalmente la forza cinetica dei personaggi ne scopre l’anima, ne libera riflessioni e moti spirituali. Il visibile diventa specchio dell’invisibile. La parola “volontà” del titolo racchiude la vicenda intellettuale ed esistenziale di Simone Weil, che combatté per difendere gli ideali di uguaglianza dei lavoratori. Il termine “frammenti” rende temi puntiformi, dai momenti dell’infanzia alla scoperta dell’amore mistico per Dio. Emergono la critica al marxismo e il ritrovamento di Platone, la valutazione massima del mondo classico, la previsione degli eccessi illiberali del nazismo, un atteggiamento ambivalente verso la Chiesa cattolica in cui non si decise mai a entrare. La Weil temeva di perdere, dentro un’organizzazione terrena, sia la spontaneità della propria vita spirituale, sia l’identificazione con l’esperienza della solitudine di Cristo prima della passione.

 

L’intervista al regista su Avvenire: www.avvenire.it/Spettacoli/Pagine/ceasr-brie-folgorato-.aspx