La proiezione del documentario "La strada che incanta" si svolgerà il 21 marzo alle ore 21:00 presso la sala Gregorianum di Milano. L'anteprima si svolgerà nell'ambito di Fà la cosa giusta! - Fiera dei Grandi Cammini.
Un’anteprima cinematografica aprirà Fà la cosa giusta! 2024, la fiera nata con l’intento far conoscere e diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche” di consumo e produzione e di valorizzare le specificità e le eccellenze, in rete e in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale.
La fiera si terrà a milano dal 22 al 24 marzo 2024.
Il 21 marzo invece ci sarà un evento speciale al cinema Gregorianum di Milano, via Lodovico Settala 27, con la proiezione del film dedicato alla Via degli Dei: La strada che incanta. Interverranno autori e produzione del documentario.
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La sinossi del film (consulta qui il sito dedicato)
La strada che incanta racconta la storia di Sergio e della compagna Marinella, accompagnatori del Cai, impegnati per tanti anni come volontari nella pulizia dei sentieri. Ed è la storia di Domenico Manaresi e del gruppo “Dû pâs e ‘na gran magnè”, amici che andavano in giro per le osterie dell’Appennino tra Bologna a Firenze, scrivendo man mano i cartelli (con i “dau bal zali”) di quel percorso, riemerso dal passato in modo evidente, come fosse stato sempre lì in attesa di essere riscoperto. Come loro altri, bambini negli anni ‘50, rimasero colpiti dal nome ultraterreno della via, che allora indicava la strada provinciale numero 59, una striscia di asfalto da Bologna al confine con la Toscana e, quasi quarant’anni dopo, hanno deciso di cercare di capire cosa ci fosse dietro quel nome.
È anche la storia degli universitari bolognesi degli anni ‘60 e ‘70, per i quali attraversare l’Appennino a piedi, spesso anche in inverno, poteva diventare la “tarzanata” per festeggiare la laurea e ritrovare, forse, una dimensione fantastica prima di buttarsi nella vita, quella vera. Quell’”incanto” nascosto nei boschi raccontato da Pupi Avati nel film del 1983 “Una gita scolastica”, ambientato proprio qui, sul cammino tra Bologna e Firenze.
E, ancora, quella della via degli Dei è la storia di Cesare Agostini e Franco Santi, di Castel dell’Alpi, e della diatriba che portarono avanti per trent’anni con istituzioni e università sulla collocazione sul versante emiliano della romana via Flaminia militare. Un avvocato e uno scalpellino che nei fine settimana estivi partivano alla ricerca del basolato della via – fatta costruire nel 187 a. C. per i trasferimenti dei legionari – , a costo di litigate con le mogli e affrontando sospetti di paese e controlli delle forze dell’ordine. È grazie all’ostinazione di questi due amici, archeologi per passione, se oggi i camminatori che percorrono la via degli Dei possono provare l’emozione, pressoché unica al mondo, di camminare in mezzo ai boschi su vie antiche più di 2mila anni.
I protagonisti di questa storia sono persone comuni, capaci però di fare qualcosa di straordinario senza ricevere indietro riconoscimenti o ricompense per il loro lavoro, se non la soddisfazione della scoperta, da condividere con amici e sodali. Un’impresa portata avanti spesso a sacrificio del proprio tempo e dei propri affetti, spinti dal desiderio di rendere i luoghi motivo di stupore e meraviglia per il maggior numero possibile di persone.