Abbiamo intervistato Davide Doldi, uno degli ideatori delle iniziative Autism Friendly del Cine-teatro S. Marco di Cologno Monzese. Ecco consigli e linee guida per questo tipo di proiezioni speciali.
di Gabriele Lingiardi
Ieri abbiamo pubblicato la notizia del buon risultato delle proiezioni Kids and Autism Friendly (amiche dei bambini e persone con disturbo dello spettro autistico) del Cine-teatro S. Marco di Cologno Monzese. Per approfondire il tema abbiamo intervistato uno degli ideatori dell’iniziativa, Davide Doldi, il quale ci ha dato alcuni consigli utili per le sale che volessero sperimentare questo nuovo tipo di servizio.
Come è arrivata l’idea di creare proiezioni adatte a bambini con disturbi legati allo spettro autistico?
È nata in modo molto semplice: circa un anno e mezzo fa è stato diagnosticato l’autismo a mio figlio, come famiglia abbiamo quindi iniziato a frequentare i centri per la terapia e, tra i vari incontri, abbiamo avuto modo di confrontare le nostre esperienze con gli altri genitori. Parlando di come riempire il tempo libero abbiamo scoperto che alcuni genitori non hanno mai portato il loro bambino al cinema per paura delle reazioni che avrebbe potuto avere. Io sono il proiezionista della sala, quando sono di turno porto con me mio figlio il quale ha avuto modo di abituarsi all’ambiente del cinema. Per altri l’esperienza nuova rischia di essere difficile da gestire. Allora abbiamo pensato: perché non facciamo una prova, una proiezione tra di noi con i nostri ragazzi? L’oratorio ha accettato di buon grado la mia proposta e abbiamo quindi sperimentato questo tipo di proiezioni per i piccoli… ma soprattutto per fare passare la paura ai genitori.
E come è andata?
Benissimo, i ragazzi erano entusiasti e con loro anche i genitori. Abbiamo capito in quel momento che la richiesta era tanta. Pensa che molte famiglie che avevamo invitato, ma che non erano potute venire, ci hanno chiesto di rifarla. Quando abbiamo proiettato Gli Incredibili 2 il successo dell’iniziativa è stato sorprendente: abbiamo visto che gli spettatori iniziavano ad arrivare da lontano, dai paesi limitrofi. La voce si stava diffondendo. Abbiamo avuto anche come spettatore Nico Acampora di Pizzaut, la prima pizzeria gestita da ragazzi con autismo, che ci ha dato un forte sostegno sui social segnalando l’iniziativa.
Come mai i ragazzi autistici hanno bisogno di proiezioni speciali?
Premetto che ogni bambino con disturbo dello spettro autistico ha caratteristiche ed esigenze diverse. Ci sono però alcuni tratti in comune: i primi sono i disturbi di carattere sensoriale, ovvero una maggiore sensibilità agli stimoli e un conseguente fastidio a seguito di rumori forti come la musica o gli effetti sonori del cinema. Anche la modulazione delle emozioni è difficile: possono avere paura del buio, o vivere con troppa intensità, “senza filtri”, quello che accade sullo schermo. Una scena intensa può farli agitare parecchio, spesso fanno delle ecolalie, ovvero ripetono ad alta voce i suoni sullo schermo. Comportamenti che non sono socialmente conformi e che possono creare imbarazzo nei genitori e fastidio nel pubblico.
È difficile fare un’iniziativa del genere? Come si fa nella pratica?
Facilissimo: basta evitare di spegnere del tutto le luci, proiettare in penombra, e tenere il volume più basso, soprattutto quello dei suoni, del surround non per forza i dialoghi. Infine basta lasciare libere le famiglie e i giovani spettatori di godersi il film.
Consigliate di farsi aiutare da qualche associazione che si occupa di autismo?
Non per forza, però potrebbe essere molto d’aiuto per chi non ha una grande conoscenza di questo disturbo e che quindi non sa come organizzare la sala. È importante perché aiuta a conoscere il proprio pubblico e a capire le esigenze individuali dei singoli ospiti. Ovviamente è importante fare rete anche con queste realtà per fare conoscere le iniziative al pubblico di riferimento.
Avete scelto di fare proiezioni Kids oltre che Autism Friendly, non solo quindi per chi è nello spettro autistico.
Certo, il nostro target è comunque quello delle famiglie, il fatto di proiettare a luce alta e volume basso può andare bene anche a loro, anzi, in certi casi è meglio. Ovviamente è importante sottolineare che sia una proiezione diversa dalle altre. Però se, ad esempio, un genitore vuole portare per la prima volta al cinema il figlio piccolo, in un contesto protetto dove ogni bambino è libero di reagire come si sente, deve sapere che l’iniziativa è assolutamente inclusiva. Questo tipo di proiezione può essere molto utile per le famiglie con figli piccoli che si stanno approcciando alla settima arte.
Fate anche proiezioni per adulti?
Per ora no, ma si possono fare! con qualche film di animazione, nonostante fosse dedicato a un target “basso”, abbiamo visto tra il pubblico persone più adulte. La nostra idea è però di iniziare con i bambini, imparare, conoscere, farci una sensibilità di quello che succede in sala e capire poi cosa altro proporre ai più grandi. È un’idea che abbiamo e che speriamo di realizzare in futuro.
Prima di salutarci raccontaci del “biglietto sospeso” che avete attivato per queste proiezioni.
Ti stupirò: non è stata una nostra idea ma un’iniziativa spontanea del pubblico. Dopo la proiezione abbiamo trovato alcune persone generose che in maniera spontanea avevano donato soldi affinché venisse “sospeso” un biglietto per invitare gratuitamente i ragazzi al cinema. È una cosa fantastica, un’apertura al mondo che ci commuove e lascia senza parole!