L'incredibile storia di Samia Omar, l'atleta somala che ha partecipato a Pechino 2008 e poi ha intrapreso il viaggio verso l'Europa, ci mostra la forza di volontà di una donna alla ricerca della sua identià.

di Giovanni Scalera

fctp_6749e525ecdf6

La regista Yasemin Samdereli, con ‘Non dirmi che hai paura‘, ci regala un film che trascende la semplice cronaca sportiva, trasformandosi in una profonda riflessione sulla condizione umana. La storia di Samia Yusuf Omar, la giovane atleta somala costretta a fuggire dalla sua terra, è un inno alla vita e un invito a non arrendersi mai di fronte alle avversità.

Ispirato a una storia vera, il film ci immerge nella realtà di una Somalia lacerata dalla guerra e dal fondamentalismo. Samia, con la sua passione per la corsa, diventa un simbolo di ribellione e una voce che si eleva contro l’oppressione. La sua partecipazione alle Olimpiadi di Pechino del 2008, seppur con un risultato non vittorioso, rappresenta un momento di svolta. Ma cosa significa, in un contesto così difficile, inseguire un sogno individuale? E fino a che punto si può resistere alle pressioni sociali e culturali?

Quel momento di gloria, però, è destinato a svanire presto. Costretta a fuggire, Samia intraprende un viaggio pericoloso verso l’Europa. Il suo percorso è una metafora della condizione umana, una continua ricerca di un luogo dove poter essere sé stessa. Ma dove si trova la vera casa? È un luogo fisico o piuttosto uno stato d’animo? E qual è il prezzo da pagare per la libertà?

La storia di Samia risuona profondamente con il pensiero di Hannah Arendt. Come afferma la filosofa, la vita di ogni individuo rappresenta un nuovo inizio. La decisione di Samia di lasciare la sua terra natale è un atto di rottura con il passato e un’apertura verso il futuro. La sua partecipazione alle Olimpiadi e la sua fuga verso l’Europa sono azioni che testimoniano la sua volontà di affermare la propria identità e di costruire un nuovo futuro. Come scrive la Arendt, “l’uomo è libero perché è un inizio”. Samia, con la sua determinazione e la sua forza d’animo, incarna perfettamente questo principio.

In conclusione, ‘Non dirmi che hai paura‘ è un’opera che trascende i confini del genere biografico, diventando una profonda riflessione sulla condizione umana. È un invito a interrogarci sul senso della vita, sul valore della libertà e sulla forza del sogno. È un omaggio a tutte quelle persone che, come Samia, lottano ogni giorno per un futuro migliore. Samia, con la sua storia, ci ricorda che la speranza è un diritto inalienabile di ogni essere umano.

 

 

Canzone di riferimento per le tematiche del film: Boulevard of Broken Dreams – Green Day