L'Aquerò Film Festival ha visto l'attiva partecipazione di un gruppo di studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore che hanno vissuto l'evento in prima persona, dando un prezioso aiuto dietro le quinte. Questo è il racconto del festival visto da due di loro.

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Sabato 16 novembre 2019, si è tenuta la prima giornata dell’Aquerò Film Festival presso l’Auditorium San Fedele di Milano organizzato da ACEC – La Sala della Comunità.

La giornata si è aperta con la finale del concorso Aquerò durante la quale sono stati proiettati undici cortometraggi. Questi, pur essendo molto differenti tra loro per tipologia e contenuto, avevano elementi e tematiche comuni.

Tutte le undici proiezioni hanno ottenuto molti consensi e applausi, ma solo ad alcuni sono stati assegnati dei riconoscimenti.

Il Premio ACEC è stato assegnato al cortometraggio Pizzaboy di Gianluca Zonta che mette in luce una figura invisibile come quella del fattorino. Mentre tutta la città dorme, lui si muove nel buio della notte per guadagnarsi da vivere, costretto a lavorare la stessa notte in cui sta per diventare padre.

Il Premio Direzione Artistica è stato vinto dal corto Microcosmo di Tommaso Fagioli. Lui stesso in sala ha dichiarato: “mi coinvolge direttamente, soprattutto nella scena di rottura tra i due ragazzi”. Il film mostra diverse micro realta’ parallele che in qualche modo sono tutte unite tra loro.

Il Premio Giuria è stato consegnato a Roberto Valdivia per Querido amigo, hoy a donde vamos? che tratta del rapporto di fratellanza tra il regista e la ragazza protagonista del film.

Il primo e secondo Premio Aquerò sono stati vinti rispettivamente da Il mio cinema di Kazuya Ashizawa e da Charles Williams per All these creatures. Il primo corto è un omaggio al cinema che resiste granitico nel tempo, mentre il secondo tratta di un tema delicato quale l’instabilità mentale e il difficile rapporto padre-figlio. Infine il Premio del Pubblico è stato assegnato al già premiato Pizzaboy.

Successivamente vi è stata la prima proiezione del Festival il cui titolo è Creatura dove vai?, un film di Gaia Formenti e Marco Piccarreda. Come detto dalla regista, “il film nasce dall’idea di viaggio, pellegrinaggio”. La protagonista è una figura eremitica e solitaria, intenta a girovagare per paesaggi vuoti e aspri.

La caratteristica principale di questo film è la dimensione temporale molto dilatata, data da lunghi silenzi e pause interrotti solamente da una voce fuoricampo. Questi elementi servono ad enfatizzare e spingere lo spettatore alla continua riflessione, introspezione e ricerca di una propria spiritualità.

Dopo la proiezione, il filosofo Umberto Curi ha preso la parola conducendo un interessante dibattito: i due pilastri che sostengono la sintassi narrativa sono sostanzialmente infranti. Infatti vi ė un senso di continuo ritorno dell’uguale. Questo film è caratterizzato, inoltre, da un’inquadratura dello spazio che non segue i movimenti del personaggio ma è fissa e accoglie gli spostamenti della Creatura, la quale entra ed esce dall’inquadratura. Il film quindi, non racconta una storia ma è riconducibile al concetto proppiano di favola: si può essere creature solo se vi è un Creatore, solo se si dipende da un atto di creazione.

Per concludere la giornata è stato proiettato il film Al Dio ignoto di Rodolfo Bisatti. Questo film ha il coraggio di guardare le cose negli occhi e di mostrare ciò che è difficile vedere. Come dichiarato dal regista: “l’idea del lungometraggio è nata dall’evento tragico della morte di mio padre e dall’incontro col suo corpo senza vita”.

Inoltre, ciò che è stato di maggiore ispirazione per Bisatti è stata l’esperienza all’interno dell’hospice di Brescia. Questo gli è servito per creare un film che abbattesse ogni tabù e che trattasse la morte con concretezza e in ogni sua sfaccettatura e non come un argomento difficile da concepire e trattare perché “inguaribile non significa incurabile”.

Questa giornata di Festival è trascorsa piacevolmente e ogni proiezione ed intervento è stato illuminante e di grande ispirazione.

Alessandra Mastronardi
Eleonora Cangero