Vedere e sentire con il cuore. E “guardare” il mondo diversamente
di Gianluca BERNARDINI
«Io con altri occhi cerco novità» canta Petra Magoni mentre i titoli di coda scorrono ancora nel buio al termine del film. Ed é questo forse l’intento profondo con cui Silvio Soldini insieme a Giorgio Garini hanno girato il docu-film «Per altri occhi», in poche sale, purtroppo, dall’inizio di ottobre. Essi gettano esattamente «uno sguardo nuovo» sul tema della cecità che fa riflettere e pensare chi davanti al grande schermo crede di «guardare», ma si limita spesso nella vita a «vedere» e forse troppo in fretta a giudicare. Dietro la storia di un gruppo di ciechi, non tutti dalla nascita, c’è un mondo «altro» fatto di normalità e tanta straordinarietà (qui volutamente sottolineata). C’è chi studia il violoncello, chi tira con l’arco, chi gioca a baseball, chi sa condurre una barca a vela, chi scia e addirittura chi scatta meravigliose fotografie e gode nel sentire le emozioni che la gente prova di fronte ad esse. Ci sono veri professionisti tra Enrico, Giovanni, Gemma, Felice, Luca, Loredana, Mario, Piero, i coniugi Claudio e Michela: c’è chi fa lo scultore (impressionante), chi il fisioterapista, chi compone e insegna musica. C’è soprattutto tanta passione e voglia di vivere nel racconto che i due registi mettono in scena senza pietismi e in maniera del tutto onesta. Ma c’è anche dell’ironia di fronte ai pregiudizi e un sano realismo, come sottolinea giustamente qualcuno di essi: «Quello che non si conosce crea diffidenza». Non sono nascoste certo le difficoltà del quotidiano, più percepite dallo spettatore (gli incisi bui, volutamente inseriti nella diegesi, ce lo ricordano) che raccontate dai protagonisti. Ci sono però un vedere e un sentire col cuore impareggiabili. Essi «guardano» il mondo diversamente. È proprio qui che la visione dello spettatore viene sapientemente ad essere condotta dalla camera e dall’abilità registica. In fondo «loro siamo noi», meno talentuosi e, forse, un po’ più paurosi nell’affrontare le sfide che la vita di ogni giorno ci pone dinanzi. «Un cieco se non si impegna sta seduto su un sofà», ci ricorda ad una certo punto uno di questi «amici». Ma questo può accadere anche a chi di noi non prende sul serio la propria esistenza. Che qualcuno «diversamente» ce lo rammenti non fa male. Anzi. Giovani in crescita compresi.
Temi: cecità, diversità, vedere-guardare, talento, vocazione, vita, coraggio, perseveranza.